“Sviluppo sostenibile è lo sviluppo che è in grado di soddisfare i bisogni della generazione presente, senza compromettere la possibilità che le generazioni future riescano a soddisfare i propri”
Bruntland e A. Il nostro futuro comune 1987
Sostenibilità.
La sostenibilità dello sviluppo e la necessità di un approccio interattivo alle problematiche ambientali sono temi che stanno radicandosi nella nostra cultura.
Dalla enunciazione del principio di sviluppo sostenibile sono passati oltre 22 anni (commissione Bruntland 1987), 10 anni dal suo accoglimento ufficiale da parte della U.E.(Consiglio di Helsinki 1999), 12 anni dalla prima stesura del protocollo di Kyoto (1997). A Copenhagen 2009 il confronto ha prodotto risultati non definitivi, ma il percorso avviato nel 1987 è stato sostanzialmente confermato.
Paesaggio.
L’obiettivo consiste nel rendere pienamente intelligibile il rapporto tra azione umana ed evoluzione della natura. Si tratta, in concreto, del nesso interattivo che ci ha trasmesso in eredità la totalità dei paesaggi europei.
La neutralità che la direttiva europea (92/43/CEE) mantiene sul termine paesaggio, escludendo attribuzioni di valore a priori, richiede lo sviluppo di una cultura professionale nuova.
Rispetto alla nostra tradizione culturale, occorre la capacità di elaborare scale di valori del tutto inedite, che inglobino, tuttavia, i valori finora riconosciuti.
Si tratta di ampliare i criteri di valore e di graduare conseguentemente la qualità/intensità della relazione tra azione umana ed evoluzione dell'ambiente naturale.
Disciplina delle trasformazioni.
In questa ottica, più che ad un paradigma specialistico, con il rischio della frammentazione, è utile riferirsi al concetto di integrazione, derivando una plausibile sintesi dalla ponderazione dei valori riconosciuti.
Per la delicatezza di molte delle situazioni esistenti sui nostri territori, la gran parte delle trasformazioninormalmente ipotizzate impattano su contesti caratterizzati da valori riconosciuti.
In tali casi riteniamo che, alla disciplina delle trasformazioni territoriali, dovrebbe coerentemente applicarsi un approccio relazionale.
Con riferimento alla relazione azione umana/evoluzione naturale, riscontrabile in ogni intervento di trasformazione, ciò mira a valutare, ex-ante, l’intensità e la qualità della relazione che si instaurerà con il completamento l’opera, una volta applicati i necessari interventi regolativi.
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